Abbastanza soddisfatti della pesca degli ultimi giorni, ci siamo concessi una mattinata di pesca dal parcheggio del ponte, ne abbiamo approfittato per fare acquisti e riordinare un po' il nostro caos. Poco prima di mezzogiorno nulla è cambiato, è ora di tentare la fortuna nel braccio nord.
Il sole era nel punto più alto mentre salivamo il braccio nord verso la diga. Il nostro piano era questo: volevamo pescare in più posti sulle sponde ombreggiate del lago, sperando di incontrare pesci che si muovevano lungo le sponde in cerca di freschezza e calma.
Per il primo tentativo abbiamo deciso per una delle ultime posizioni davanti alla diga. Lì è successo qualcosa di piuttosto impensabile e interessante per un grande lago come Cassiano. Quando torno a riva dopo aver inserito la seconda canna, la prima canna rotola fuori e sono piuttosto sorpreso di aver caricato prima la lenza nel motore elettrico, ma dato l'angolo di pesca è impossibile. Mi affretto ad attraccare la barca, metto giù la canna per adagiarla, facendo attenzione a non spostare l'insieme troppo velocemente, e allo stesso tempo Laurent prende la canna che si sta svolgendo. Per fortuna, mentre eravamo lontani, i pesci non sono rimasti intrappolati in uno dei tanti ostacoli sul bordo, ma hanno invece lottato pacificamente in mare aperto sotto il sole splendente della Cassia.
Molto incoraggiati da questa registrazione, abbiamo sostituito il bastone e le canne mancanti. Il pomeriggio sarà molto tranquillo, ma diversi pesci, tra cui un simpaticissimo comune, passeranno sotto le nostre punte. Durante l'ultima ora di pesca abbiamo visto più carpe saltare di quante ne avessimo viste dal nostro arrivo una settimana prima. Durante questo periodo non ci sono stati morsi, i pesci sono apparsi a circa 50 metri dalla riva in luoghi dove c'erano più di 25 metri d'acqua.
Si trattava chiaramente di pesci che lasciavano la riserva della diga per nutrirsi più lontano. Immagino questa riserva come un grande edificio dove i pesci vengono accatastati a strati nel più completo silenzio. In serata ci siamo presi il tempo di innescare generosamente uno dei primi grandi punti del Braccio Nord ad essere mosso dal vento prevalente.
La mattina dopo decidiamo per una posizione più lontana dalla diga, sempre sulla sponda in ombra del lago e a meno di 20 metri dalla riva. A questa distanza dal bordo ci sono già più di 10 metri di profondità dell'acqua. Per non incrociare la zona con troppe trecce nell'acqua, peschiamo con due canne a ciascuna estremità del palo, una canna su ciascun lato in caso di pesca fragile, cioè la treccia scorre sulla superficie dell'acqua ed è diretto da un mandrino verso la posizione in cui è posizionato l'assieme. In questo modo in realtà abbiamo solo due linee in acqua su tutta la stazione che potrebbero avvisare i pesci della nostra presenza. A parte la visita di un pesce gatto e di un piccolo specchio, la giornata rimane molto tranquilla.
In serata si è scatenato un temporale molto violento che purtroppo, come qualche giorno prima nel braccio sud, non porterà più pesci. Mentre torniamo a dormire, facciamo un'altra piccola deviazione per iniziare da questo grande spot dove prevediamo di pescare il giorno successivo.
I temporali serali hanno fatto scendere la temperatura dell'aria, la fitta nebbia fa sì che difficilmente si possa vedere la sponda opposta e il sole comincia lentamente a fare capolino. All'improvviso ho registrato un colpo molto violento con la mia canna destra, che era posta in pochissima acqua alla base di una grande roccia. È una cittadina molto nervosa che sta per finire in rete.
Il resto della giornata sarà molto tranquillo, come i giorni precedenti. Penso che su lunghe zone lineari o rocciose senza picchi o dolci pendii, dove si può raggiungere velocemente una profondità di oltre 20 metri a pochi metri dal bordo, queste posizioni siano ottime posizioni per catturare velocemente un pesce di passaggio, ma che non consente chiavi seriali. Alla fine del pomeriggio raggiungiamo la vetta principale per iniziare la serata.
Questa grande punta ci permette di pescare con un angolo di 180°, posizionando tre canne sul pendio della punta a diverse profondità d'acqua, mentre le altre due sono poste all'uscita delle due piccole insenature che la punta forma. A inizio serata Laurent ha pescato un'orata e poi un simpatico specchietto. Prima di piegare cospargiamo altri 5 kg di biglie e 3 kg di noci tigre nella speranza che i pesci che vengono a mangiare di notte siano ancora lì all'alba.
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